La Storia

Le grandi metropoli fredde si prestano a racconti e a storie nere. Montreal non fa eccezione. Ma la città non è il solo elemento, seppur essenziale, di questa storia.

Il Dr.Morgue è un protagonista inusuale che in qualsiasi altra storia avrebbe avuto uno spazio piuttosto breve. Uno di quei personaggi che alla fine del libro ricordi come un singolare e interessante intervallo nella trama principale. Non è un antieroe per partito preso e non è un eroe. Non è simpatico e non aspira ad accattivarsi simpatie per forza. A tratti può risultare divertente, ma il fatto è del tutto accidentale. 
Yoric Malatesta è un uomo, semplicemente un uomo, che fa un lavoro difficile. Soffre di una malattia che lo contraddistingue, la sindrome di Asperger, ma non è così invasiva da pretendere di dirci chi sia.

E' originario di Toronto, ma la sua vita è rimasta "incastrata" a Montreal, quando la sua compagna vi è morta in circostanze misteriose. Così tanto misteriose che lui ha deciso di abbandonare la carriera di pianista a 20 anni per dedicarsi allo studio della medicina-legale e poi tornare in questa città come coroner, ma forse scoprire la verità sulla morte di Hanna sarà peggio che rimanere all'oscuro.

Il Dr.Morgue è la storia di un uomo, la cui coscienza porta con sé dolore e morte.
E' il racconto di un patto efferato che avvolge tutta la città di Montreal, deciso da un solo uomo, il più potente ed accettato da molti altri.
E' un gioco macabro che non ha vincitori, perché quando hai a che fare con la vita, tutti prima o poi perdono.

“A Montreal non ci sono innocenti, ma solo peccatori e vittime”. 

Le Ricerche:

Il concept di questa miniserie nasce nel 2003 e da allora, a più riprese, ci sono stati molti e diversificati studi che l'hanno accompagnata.
Siamo partite dal desiderio di investigare nell'intimo inconfessabile dell'individuo, sposando spesso le tesi di Vittorino Andreoli citate nei libri "Delitti" e "Il lato oscuro".
Più che alle fictions o ai film, abbiamo affrontato uno studio letterario verso tutti quegli autori che sono maestri nel creare le atmosfere psicologiche e misteriose come Patrick McGrath, Camilleri, Stevenson ed un occhio particolarmente attento anche alle vecchie soluzioni alla Agatha Christie o alla Rex Stout.

Per delineare un protagonista con la sindrome di Asperger siamo partite inizialmente dall'analisi del DSM IV, e poi ci siamo rivolte a diversi psicoterapeuti sia transazionali che cognitivisti, con qualche piccolo consiglio e indirizzo di studi da parte della dottoressa M.Di Fiore. Tuttavia con il tempo e proprio con lo studio ci siamo rese conto che gli aspies di cui ci parlavano i medici specializzati non erano quasi mai quelli che abbiamo avuto modo di conoscere e che la loro realtà era molto più complessa, affascinante e comunicativa di un freddo "quadro clinico". Alla fine abbiamo realizzato che il modo migliore per creare un asperger credibile era attingere ai diretti interessati; per questo abbiamo parlato con ragazzi e ragazze che hnno questa sindrome e ci siamo fatte insegnare da loro il modo migliore per raccontare la loro vita quotidiana.
A tal proposito citiamo il libro stupefacente di Marc Alexander Segar, un ragazzo e scrittore affetto dalla sindrome di asperger, autore di "Guida alla sopravvivenza per persone con la sindrome di Asperger". Da questo manuale e dalla vita di Marc, purtroppo deceduto nel 1997 a causa di un incidente stradale, abbiamo imparato tantissimo.

Dr.Morgue non è ovviamente un trattato di medicina-legale, ma abbiamo comunque dovuto prendere in esame numerosi testi di tanatologia e scienze forensi per tratteggiare delle situazioni "credibili". Ci siamo anche avvalse di un consulente medico-legale, il dottor Giovanni Sicuranza (*nota biografica), che con infinita pazienza ci ha consigliato testi e ha risposto alle nostre domande; e il dottor Livio Milone medico legale del Policlinico di Palermo.
Di base il nostro tomo di riferimento principale è "Principi di medicina legale" di Giovanni Arcudi, ma la bibliografia per ogni numero è talmente vasta che probabilmente metteremo in questo sito web un dettagliato elenco delle fonti numero per numero, per chi vorrà approfondire.

Ovviamente in tutto questo abbiamo dovuto inserire delle "licenze poetiche", perchè un fumetto è un fumetto e non un libro di tanatologia. Quindi alcune soluzioni sono obbligatoriamente andate a vantaggio della storia più che della verosimiglianza stretta e scientifica, diciamo che abbiamo cercato la giusta via di mezzo fra scienza e romanzo... di volta in volta ve ne daremo informazione tra queste pagine.


La Metafora:

La parte più "spinosa" di questa mini-serie è stata indubbiamente quella di rendere un'autopsia leggibile, comprensibile e d'impatto, senza scadere in un eccesso di scene splatter, ma anzi dare all'approccio autoptico quanto di più umano e verosimile possibile.
Per questo durante la stesura del "concept" della serie, abbiamo interrogato diversi esperti di medicina-legale, studenti di anatomopatologia, tecnici di qualche obitorio nostrano e abbiamo anche seguito diverse situazioni giudiziarie soprattutto nelle fasi che vedevano coinvolti i medici-legali coi loro riscontri.
Diversi professionisti di questo ambito si sono ritrovati a dire la stessa frase, ovvero che "i morti parlano, raccontano la loro morte e più il tempo passa, più la loro voce diventa flebile, sono solo dei sussurri a volte, che il medico-legale deve saper interpretare e capire".
Questo concetto ci ha fornito lo "spunto" per tratteggiare autopsie a fumetti del Dr.Morgue utilizzando proprio questa metafora. Quindi vedremo i cadaveri che di volta in volta racconteranno a Yoric la loro fine, a volte sarà facile per lui capire, altre volte vergognosamente difficile unire tutti i pezzi di un difficile mosaico come quello di ricostruire le ultime ore di vita di una persona.
Yoric non parla coi morti(!),è soltanto una metafora della sua empatia nel capire i motivi di un decesso, che noi abbiamo voluto raccontare così.
La sua tecnica è molto vicina a ciò che si definisce autopsia psicologica. Nonostante non sia priva di difficoltà, consiste nel cercare di determinare non solo le cause di una morte, ma anche lo stato mentale di una persona in una fase successiva alla sua morte. Spesso utilizzata nei casi di suicidio o di morti considerate sospette, l’autopsia psicologica ha avuto un notevole sviluppo nel mondo anglosassone; in Italia invece non ha avuto un grande risalto probabilmente dovuto probabilmente a questioni di natura socio-culturale e giuridica. 

La città:

C'è stato anche uno studio sulla città di Montreal e sul Canada in generale. Non soltanto per luoghi, quartieri e tradizioni, ma anche perchè il loro sistema giudiziario, e il complesso di indagini, autopsie ecc. è molto diverso da quello italiano.
Il "morgue" monrealese infatti che appartiene a quello del Quebec, divide l'organigramma in coroner capo, coroner inquirente, coroner investigativo e patologi forensi.
Non vi stiamo a spiegare l'intricato sistema di leggi, permessi e poteri che ha un coroner, perchè sarebbe davvero lungo e noioso. Ma è importante sapere che il coroner non ha nulla a che vedere col nostro medico-legale italiano, rispetto a questo ha in comune solo la possibilità facoltativa di effettuare o assistere alle autopsie, per il resto ha un campo d'azione molto più vasto come dirigere indagini e via dicendo. Magari in futuro metteremo anche qualche indicazione in più sui poteri di un coroner, che come figura nasce nei paesi anglosassoni.

Curiosità:  per chi non lo sapesse con la parola "MORGUE" si intende generalmente la camera mortuaria, l'obitorio o anche la sala di deposito delle salme in attesa di autopsia. Il "City Morgue" infatti è generalmente inteso come "obitorio comunale".
Etimologicamente il termine deriva dal francese "morgue" -sostantivo femminile, plurale morgues- che significa "guardare solennemente, sfidare". Inizialmente era utilizzato per designare quell'area di ingresso alla prigione dove i nuovi prigionieri erano tenuti in modo che i carcerieri potessero riconoscerli e identificarli. Ha assunto il suo moderno significato nel XV secolo, per indicare il luogo dove vengono raccolti i cadaveri ancora sconosciuti. 
Gli eufemismi "Rose Cottage" oppure "Rainbow Room" sono a volte utilizzati negli ospedali britannici per consentire la discussione davanti ai pazienti, spesso bambini.

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