Dr.Morgue sul blog degli Audaci (part IV)

Continua lo "speciale" su Dr.Morgue realizzato dal Blog degli Audaci, con un'intervista a Paola camoriano, disegnatrice del numero 5 della mini-serie sullo "spaccamorti".
Questa volta ascoltiamo Paola Camoriano, disegnatrice del n.3 di Dr.Morgue ma anche di Nuvole Nere, nel suo racconto delle emozioni e dei retroscena dietro il numero “tutto al femminile” di Dr.Morgue, uno dei più intensi della serie.

- Com'è stata per te l'esperienza di disegnare Dr. Morgue? 
L' esperienza di Dr. Morgue è stata entusiasmante e molto creativa, è stato finalmente il mio primo esperimento di un albo tutto al femminile (ben 2 autrici insieme ai comandi di una serie!!) dopo tanti anni a disegnare solo per autori uomini, e in più per un episodio a cui le autrici tenevano in modo particolare. E' stato molto stimolante e costruttivo, lo scambio continuo con Rita e Silvia mi ha permesso di rendere certe atmosfere il più vicine possibili a come loro le avevano concepite, è stato veramente bello lavorare con loro, non mi stancherò mai di ripeterlo! 
- In alcune tavole dell'episodio da te disegnato si notano omaggi al film "Il Gabinetto del Dottor Caligari" (di Robert Weine, 1920). Ci racconti la genesi di questa citazione? 
L' omaggio cinematografico che citi è solo uno dei tanti che le autrici hanno inserito nella storia, ma le ambientazioni del film di Weine sono quelle che appaiono più esplicite, anche perché tutta la scenografia del film mi ha aiutato a trovare il supporto grafico che cercavo per creare uno stacco narrativo molto netto con il resto della storia. All' interno dell' albo che ho disegnato infatti c'è una 'doppia' storia: quella contemporanea di Yoric che deve risolvere il caso della ragazzina uccisa e delle due amichette scomparse, e quella raccontata in un quaderno dalle tre ragazzine protagoniste, che vivono una realtà adolescenziale complessa e combattuta. Creano così un posto virtuale (Malabduvia), una città immaginaria per rifugiarsi e sognare, lontane da una realtà che le porta all' emarginazione e in cui non riescono a trovare una propria identità. 
Graficamente le tavole in cui avviene il passaggio dal mondo reale a Malabduvia dovevano necessariamente creare un contrasto con il resto delle tavole, in cui si svolge la storia reale. Perciò, consultandomi con le autrici (che in sceneggiatura mi avevano indicato alcune immagini del film come riferimento) ho scelto un segno grafico molto naif, ho giocato con le mezze tinte a pennello sfumato e pasticciato, gli ambienti hanno prospettive sghembe e distorte, dove non ci sono punti di riferimento, esattamente come le atmosfere che evoca il 'Il Gabinetto del Dottor Caligari'.


Yoric Malatesta illustrato dalla Camoriano
  - Che tipo di ricerca stilistica hai fatto per poterti approcciare a una serie come Dr. Morgue? Hai dovuto modificare qualcosa del tuo stile, per descrivere il clima spesso molto cupo della serie?  
In generale ho mantenuto la mia linea chiara di base, ma proprio per rendere più cupe certe atmosfere, l' ho graffiata molto rispetto alla mio stile consueto, l' ho sporcata qua e là a 'pennello secco' per conferire al tutto un aspetto più ruvido e 'grunge', perché è come vedo io Yoric. E il mio episodio graficamente l' ho immaginato come se l' avesse disegnato lui! 
Mi son divertita un mondo a sperimentare nuove soluzioni grafiche, a giocare con gli effetti a volte un po’ stridenti tra loro. Ci sono scene molto contrastanti tra loro, in cui bisogna necessariamente usare accorgimenti grafici diversi per renderle al meglio. 
All' inizio la storia avviene nel caos del festival della risata di Montreal, e ho cercato di dare la percezione dell' euforia, dell' agitazione della folla, del clima surreale dei personaggi più assurdi che sfilano per le strade. E Yoric odia tutto questo. Ne è terrorizzato. In altre scene, la storia passa in sala d' autopsia, in altre a casa o a passeggio con la psicometrista. Ognuna di queste scene ha un ritmo e un' atmosfera diversa, e la soluzione passa attraverso sensibili dettagli. In certi punti ho caricato col nero, le scene si fanno molto dark, il tratto si fa più delirante, in altri è più arrogante o inopportuno. E imprevedibile. Perché Yoric è così. Rita e Silvia mi hanno sostenuto con santa pazienza in tutta questa ricerca, e mi hanno assecondata sempre (un po’ come si fa con i matti, credo).

 - Qual è stata la scena su cui ti sei trovata meglio a disegnare? E il personaggio con cui ti sei sentita più a tuo agio? 
Mi sono divertita in tutto l' albo, perché come ho detto prima, per me è stato molto stimolante per la creatività, e perché mi sono ritrovata ampiamente nella sensibilità delle autrici. Ma mi son divertita maggiormente nelle scene del festival della risata, e in quelle della città immaginaria di Malabduvia. E il personaggio che amo più disegnare è indubbiamente Yoric (così goffo e dinoccolato e intenso allo stesso tempo) e in questo episodio anche la psicometrista. Un personaggio davvero affascinante, che con Yoric crea un forte contrasto fisico e caratteriale. 

- Ti sei mai ispirata, anche solo all'inizio della tua carriera, ad altri artisti del fumetto? C'è qualche disegnatore che consideri un tuo "maestro" di stile? 
L' autore che mi ha folgorato da bambina è stato il grande Gianni De Luca, e poi i maestri del fumetto italiani, Battaglia, Toppi, Tacconi, Zaniboni, Mattotti, Giardino. Poi crescendo ho seguito maggiormente la scuola franco-belga, Moebius sopra chiunque altro, Juillard, Gibrat, Loisel, ma anche Bilal o Dave Mc Kean, insomma autori anche molto diversi tra loro. Ma 'stilisticamente' mi sento più vicina al fumetto franco-belga.

- Quali sono i tuoi progetti futuri? 
Ho concluso da poco Nuvole Nere n.3, sempre per Star Comics (l' 8 febbraio sarà in edicola). Ora sono al lavoro su Nuvole Nere n.5, e poi ci sono altri progetti in cantiere su cui c'è ancora il silenzio stampa!

Ringraziamo anche Paola e vi diamo appuntamento alla prossima (forse l’ultima?) intervista.

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